Cominciata "l'era Bigonzetti", che come è noto ha succeduto da pochi mesi il russo Vaslav Vaziev alla direzione del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, ecco quasi pronta la seconda nuova produzione, firmata da un ex scaligero e cioè il danzatore e coreografo Massimilano Volpini, intitolata "il Giardino degli amanti".
Il nuovo balletto, che andrà in onda il 9 aprile in diretta anche su Rai 5 in occasione della giornata nazionale della danza, debutta in prima assoluta il 9 aprile alla Scala con repliche poi dal 12 fino al 19 aprile. Anche l’étoile Roberto Bolle, che in questa occasione danzerà per la prima volta con la giovane prima ballerina Nicoletta Manni, crede molto in questo nuovo progetto dedicato alla musica e ai personaggi delle opere mozartiane.
“Con Massimiliano ho già lavorato altre volte, per esempio in occasione del Galà des etoile ha creato Prototype – ha precisato Bolle - ma crediamo tutti in lui, gli diamo fiducia e ci affidiamo al suo processo creativo che ci dà nuovi stimoli. Da subito ha sentito l’esigenza di fare creazioni. Peccato che qui da noi, a differenza di altre compagnie come per esempio quella del Royal Ballet – ha concluso l’étoile – non vengano date possibilità ai giovani danzatori di fare creazioni”.
Dal canto suo Massimilano Volpini si dice sereno, poiché questa nuova produzione sarebbe arrivata per lui al momento giusto. “Siamo tutti un po’ figli anche di Bigonzetti e non nascondo di essere stato anche influenzato da lui nel processo creativo. Dal punto di vista tecnico non ho avuto paura ad usare lo stile classico, ma ho visto lo spettacolo come un insieme in cui è soprattutto la narrazione ciò che conta. Ho inventato una storia, anche se non una grande storia, diciamo un filo narrativo. E comuqnue non mi interessa inventare chissà quali passi, poi ho preso in prestito alcuni personaggi mozartiani come per esempio Figaro, Don Giovanni e Leporello, Susanna e Rosina e la Regina della Notte. Inoltre i protagonisti sono due personaggi senza nome, un uomo e una donna che ho immaginato un po’come dei personaggi pirandelliani, alla ricerca di un loro finale”.
Un viaggio dunque nell’universo mozartiano che vede in scena anche sette musicisti, anche loro rigorosamente in costume di scena e parte integrante dello spettacolo. Mentre la scenografia e i costumi, creati da Erika Carretta, hanno colori leggeri, lo spazio è stilizzato ed evocativo.
Si è lavorato più ad un Settecento svuotato dai suoi grandi volumi. Anche Nicoletta Manni all’inizio dello spettacolo, danzerà a piedi nudi, poi sui tacchi. “Prima sono una donna moderna – spiega la stessa Manni – poi entrerò bendata in questo grande labirinto settecentesco dove mi perderò”.
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